Come consuetudine, per quanto riguarda gli eventi nel basso Piemonte, il ritrovo è presso il panificio pasticceria e all'occorrenza pizzeria, Il Mondo di Bua nel comune di Castellazzo Bormida.
L'appuntamento è fissato alle 8.30, pertanto si parte da casa poco prima delle 7.00 alle prime luci dell'alba, con temperature abbastanza basse attorno ai 10 gradi.
Il tratto di tangenziale ed autostradale (A7) sono abbastanza liberi; facciamo una veloce sosta all'area di servizio di Dorno, quindi riprendiamo il percorso deviando sulla A21 fino ad Alessandria Ovest, poi per un breve tratto fino ad Alessandria Sud, casello di uscita dall'autostrada.
Pochi chilometri e giungiamo puntualmente al ritrovo dove ci aspettano i compagni di viaggio ed una buona colazione.
Unito tutto il gruppo, ci muoviamo per raggiungere Massimo a Castelnuovo Belbo, che ci farà da guida al giro: prima tappa, il grande cedro del Libano di Annunziata, frazione di La Morra.
Da Castelnuovo ci dirigiamo verso Isola d'Asti discendendo poi verso Alba, percorrendo la Strada statale 231 di Santa Vittoria.
La
storia del cedro inizia nel 1856 quando due giovani, Costanzo Falletti
di Rodello ed Eulalia Della Chiesa di Cervignasco, discendenti
dell’attuale famiglia, piantarono l’albero a ricordo delle loro nozze
suggellando così due amori: quello reciproco degli sposi e quello della
loro famiglia per queste terre.
Secondo la tradizione si trattò di un
gesto beneaugurante, simboleggiato dalla scelta di un albero
particolarmente robusto e longevo che potesse riflettere il loro legame:
un amore forte e durevole da tramandare alle generazioni future
affinché ne conservassero il ricordo.
Ancora oggi, dopo quasi 160 anni, siamo testimoni delle promesse matrimoniali dei due giovani sposi.
(Fonte web)
Una volta immortalato da varie prospettive, ritorniamo lo stesso percorso, sostando dopo pochi chilometri presso la grandiosa Tenuta Fontanafredda.
Deve
essere proprio andata così, anzi è andata sicuramente così. Era poco
prima del 1858 quando nacque una delle storie d’amore più belle delle
Langhe. Ottobre, durante la stagione della caccia, Rosa Vercellana,
detta la Bela Rusin, stava passeggiando nel parco di Racconigi quando un
uomo con la particolarità di arricciarsi i suoi mustacchi, la colpì.
Quel
giovane, il più affascinante del tempo, si chiamava Vittorio ed era
sposato da oltre cinque anni con Maria Adelaide. La Bella Rosina aveva
14 anni ed era la figlia del tamburo maggiore dell’esercito del Re Carlo
Alberto, il padre di Vittorio. Un giorno Vittorio la notò e fu amore a
prima vista: un amore destinato a vivere in segreto, come le storie che
aveva con le sue altre amanti. La Rosina, in cuor suo, lo sapeva. Era
però disposta ad accettarlo, forse perché come lei, lui non amava
nessun’altra.
Era lei, la Bella Rosina, la donna più invidiata del tempo.
Vittorio,
primo Re d’Italia nel 1861, le aveva regalato due splendidi figli:
Vittoria ed Emanuele. In seguito ad una violenta malattia, la moglie del
Re morì e Camillo Benso, conte di Cavour, cominciò a proporre una lista
di donne da prendere in sposa, perché la Rosina era una semplice
popolana. Ma Vittorio, non si diede per vinto e nel 1877 scelse lei,
nominandola Contessa di Mirafiore e Fontanafredda, regalandole proprio
quella tenuta che aveva acquistato nel 1858 nella frazione di Serralunga
d’Alba.
E fu così che la storia del Barolo e quella di Fontanafredda ebbero inizio.
I
due sposini che d’estate vivevano nella Villa Reale, amavano la buona
cucina e il vino di qualità, che producevano nella cantina costruita nel
villaggio dove utilizzavano solo grandi botti in castagno.
Nel 1878,
Vittorio morì per una brutta polmonite, qualche anno dopo anche la
Rosina lo seguì. In quegli anni il primogenito, Emanuele Alberto, grazie
alla sua passione e lungimiranza fondò l’azienda vinicola “Casa E. di
Mirafiore” con i tenimenti in Barolo e Fontanafredda.
(Fonte: https://www.fontanafredda.it/storia/)
Chi si accontenta di un buon caffè, chi preferisce un buon calice di Nebbiolo, chi fa acquisti nel vicino shop...
e dopo un breve giro nell'ampio giardino, rimontiamo in sella.
Si ritorna verso Alba e la
Strada statale 231 di Santa Vittoria; a Baraccone svoltiamo per
raggiungere l'ultima tappa del giro: la panchina gigante di Neive.
La
vista sopraelevata permette, per merito anche di una giornata
particolarmente limpida, una panoramica sulle colline, spaziando fino
alle Alpi, con il riconoscibile profilo triangolare del Monviso.
Dopo le foto ricordo,
terminiamo il tour per recarci all'agriturismo di Santo Stefano Belbo passando per Castagnole delle Lanze e
Boglietto.
Raggiunto l'agriturismo, posteggiamo le moto nel
cortiletto e ci accomodiamo nella sala da pranzo, raggiungibile da una
ripida e stretta rampa di scale. Con nostra grande sorpresa, notiamo la
cucina a vista nella sala con attrezzature domestiche, con la
simpaticissima signora Luisella ai fornelli.
Il menù era composto da salumi
prodotti sul territorio, antipasti di verdura prodotta in azienda,
carne cruda piemontese battuta a coltello, i ravioli al "plìn", i
tajarin, un buon arrosto terminando con un tris di dolci innaffiati da
un ottimo Moscato di produzione propria; ovviamente come vino non poteva
mancare una Barbera, sempre autoprodotta.
Al momento di servire i
ravioli, la titolare ci ha deliziato con una chicca, raccontandoci della
tradizione di servirli su un tovagliolo per mangiarli con le mani:
La
tradizione degli agnolotti serviti sul tovagliolo deriva da un evento
straordinario avvenuto anni fa a Cessole, comune dell'astigiano. Si
racconta che il 5 Agosto nel paese nevicò abbondantemente e un gran
numero di persone incuriosite andò ad ammirare quella stranezza. Il
ristoratore locale preparò una imponente quantità di agnolotti, molto
apprezzati da tutti i presenti, però i piatti non bastavano, e allora li
servì direttamente sulla tovaglia.
(Fonte web)
Soddisfatti
del trattamento, dobbiamo però attendere il termine di una gara locale
di rally, prima di poter riprendere i nostri mezzi per il ritorno, che
nel nostro caso (in compagnia di Fiorenza ed Ezio fino all'uscita di Pavia Nord della A7) si svilupperà in
direzione del casello di Asti Est sulla A21, percorrendo parte della A33
Cuneo-Asti.
Nella zona di Pavia il traffico si intensificherà fino
al casello ed in parte in Tangenziale Ovest, diluendosi piano piano fino
a casa, dove giungeremo a tramonto inoltrato.
Google Maps
Tragitto: Km. 389
- Colazione: Il Mondo di Bua - Castellazzo Bormida (AL) GPS
- Pranzo: Eno Agriturismo Gallina Giacinto - Santo Stefano Belbo (CN) GPS







































































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