Parto di buon mattino e per mezzo della Tangenziale Est e della statale mi conduce a Lecco.
Salgo in Valsassina attraverso la vecchia strada, stretta e tortuosa ma sicuramente più piacevole; dopo l'apertura del tunnel che da Lecco porta direttamente e velocemente in valle, il traffico sul vecchio tratto si è quasi azzerato.
Percorro velocemente il tratto di Valsassina fino al bivio per Barzio, in cui ho passato parecchio tempo vacanziero in gioventù.
Il paese è quasi deserto, la stagione non è ancora cominciata: mi sposto verso Moggio per imboccare l'impegnativa salita fino al Culmine di San Pietro dove sosto brevemente per un caffè.
La discesa, da effettuare con cautela anche a causa del brecciolino presente, mi porta in provincia di Bergamo, in Val Taleggio.
Qui la strada oltre ad allargarsi migliora anche come fondo.
Poco dopo Vedeseta, a Olda inverto la marcia in direzione Val Brembilla e superato l'abitato di Peghera in breve raggiungo la Forcella di Bura, confine naturale tra le due valli, Taleggio e Brembilla.
Immortalato il momento, proseguo in un saliscendi continuo, attraversando Gerosa, Blello fino ad entrare in Valle Imagna a Berbenno dove la strada nuovamente scende per S. Omobono Terme.
In fondo al paese, all'altezza dello stabilimento termale, la strada riprende a salire con decisione, con alcuni tornanti molto stretti e continui.
L'ascesa prosegue fino al bivio per Valcava; li incrocio e saluto due motociclisti (che scopro essere finnici!)
e imbocco l'ultima asperità prima dello scollinamento del passo. Arrivato in breve in cima, ultime foto,
e riparto per scendere a valle, anche in questo caso con molta circospezione a causa della insidiosità dell'asfalto e dalle pendenze notevoli, fino al 18%.
A Torre de' Busi, in Valle San Martino, termina il tratto in discesa e da qui in avanti il trasferimento sarà estremamente rapido.
Passando per Caprino, Cisano, Imbersago, Robbiate e Bernareggio, giungo con qualche minuto di anticipo da Flavia.
Pranzo sempre speciale da Valentino quindi il ritorno, sotto un sole cocente, a casa.
Salgo in Valsassina attraverso la vecchia strada, stretta e tortuosa ma sicuramente più piacevole; dopo l'apertura del tunnel che da Lecco porta direttamente e velocemente in valle, il traffico sul vecchio tratto si è quasi azzerato.
Percorro velocemente il tratto di Valsassina fino al bivio per Barzio, in cui ho passato parecchio tempo vacanziero in gioventù.
Il paese è quasi deserto, la stagione non è ancora cominciata: mi sposto verso Moggio per imboccare l'impegnativa salita fino al Culmine di San Pietro dove sosto brevemente per un caffè.
La discesa, da effettuare con cautela anche a causa del brecciolino presente, mi porta in provincia di Bergamo, in Val Taleggio.
Qui la strada oltre ad allargarsi migliora anche come fondo.
Poco dopo Vedeseta, a Olda inverto la marcia in direzione Val Brembilla e superato l'abitato di Peghera in breve raggiungo la Forcella di Bura, confine naturale tra le due valli, Taleggio e Brembilla.
In fondo al paese, all'altezza dello stabilimento termale, la strada riprende a salire con decisione, con alcuni tornanti molto stretti e continui.
L'ascesa prosegue fino al bivio per Valcava; li incrocio e saluto due motociclisti (che scopro essere finnici!)
e riparto per scendere a valle, anche in questo caso con molta circospezione a causa della insidiosità dell'asfalto e dalle pendenze notevoli, fino al 18%.
Passando per Caprino, Cisano, Imbersago, Robbiate e Bernareggio, giungo con qualche minuto di anticipo da Flavia.
Pranzo sempre speciale da Valentino quindi il ritorno, sotto un sole cocente, a casa.
- Tragitto: Km. 200
- Valichi: Passo Culmine di San Pietro (LC-BG) mt. 1.258 GPS
Forcella di Bura (BG) mt. 884 GPS
Passo di Valcava (BG-LC) mt. 1.340 GPS
- Colazione: Bar La Culmine di San Pietro - Cassina Valsassina (LC) GPS
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